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La nottola di Minerva

Il nuovo giornalino studentesco dell'Istituto Cremona~Zappa

Disegno di legge 1660

È stato recentemente approvato dalla camera dei deputati il decreto legge sulla sicurezza n01660. Immediatamente sono sorte molte polemiche sul contenuto, ritenuto controverso. I punti maggiormente discussi sono i seguenti:

Reato di resistenza passiva

L’introduzione delreato di resistenza passivacome punibile dalle autorità di polizia penitenziaria o dall’autorità vigente nei centri di permanenza per il rimpatrio.

Questo significa che chiunque, organizzato in un gruppo di tre o più, che si rifiuta di eseguire un ordine ricevuto dall’autorità (e se si suppone che questo rifiuto scateni o infervori una rivolta) potrà essere punito da 1 a 6 anni di reclusione. Il reato di resistenza passiva renderebbe criminali molte azioni di manifestazione pacifica, dalle iniziative per la sensibilizzazione sul cambiamento climatico agli scioperi contro i Centri di Permanenza per Rimpatri. Scioperi che portarono alla luce le condizioni disumane all'interno dei CPR, già condannate dall’Unione Europea che li ritenne violare i diritti umani.

Tuttaviaad oggirimangonostrutture attive, sebbene le condizioni in cui le persone sono costrette a viverenonsiano assolutamente idonee (invitiamo i lettori ad informarsi alla pagina @noaicpr cliccando qui).

Sembra essere una svolta autoritaria, quella del ddl 1660, che rende penalmente perseguibile un comportamento di difficile definizione, spesso adottato per dimostrare pacificamente il proprio dissenso e far fronte a leggi violente.

Rimane poi dubbio come stabilire se il rifiuto di un ordine, una resistenza passiva, scateni una rivolta. Il provvedimento andrebbe anche a colpire chi non possiede i fondi per una rappresentanza legale di spessore, aumentando la probabilità di reclusione anche in casi in cui la definizione non sussisterebbe.

Reato di blocco del traffico

Il secondo punto di dibattito è l'introduzione del reato di blocco del traffico stradale da parte di più persone, con una pena da sei mesi a due anni di reclusione. Questo provvedimento è un chiaro attacco ai movimenti giovanili che utilizzano come forma di manifestazione pacifica il blocco del traffico stradale. L'aggravante in caso di più persone partecipanti al blocco stradale punta ancora una volta a zittire questo tipo di proteste.

D’accordo o meno con il metodo di protesta, è innegabile che sia una pena spropositata, considerando che in precedenza era considerato un illecito civile. Nello specifico il nuovo provvedimento porterebbe a una reclusione in carcere e a “sporcare” la propria fedina penale, risultando in un minore ventaglio di possibilità lavorative e discriminazione sociale, oltre che alla reclusione in strutture penitenziarie, la cui principale problematica è attualmente proprio la sovrappopolazione.

Breve riassunto

Riassumendo altri punti che hanno suscitato diverse critiche, invitiamo i lettori a informarsi a proposito ditutti i 38 articolidel ddl 1660 e a chiedersiquale sarà il canale di comunicazione per dimostrare pacificamente il nostro dissenso, senza essere penalmente perseguibili?

  • Le proteste contro le grandi opere (da intendersi come grandi opere pubbliche, come il ponte sullo stretto, le ferrovie ad alta velocità, le basi militari) possono essere punite col carcere fino a 20 anni
  • La "propaganda" delle lotte è punibile fino a 6 anni, considerata "terrorismo della parola"
  • Carcere fino a 7 anni per chi occupa una casa sfitta o solidarizza con le occupazioni
  • Carcere fino a 15 anni per resistenza attiva, 6 per resistenza passiva nei carceri e nei CPR (come prima citato)
  • Facoltà per forze dell'ordine di detenere una seconda arma personale al di fuori di quella di ordinanza e al di fuori del servizio.
  • Carcere immediato anche per madri incinte o con figli di età inferiore a un anno
  • Divieto a persone immigrate senza permesso di soggiorno di utilizzare cellulare, vincolando l'acquisto della SIM al possesso del permesso di soggiorno.

Tuttavia ricordiamo che il provvedimento non è ancora stato approvato dal senato, ma l'attuale Governo possiede tutti i numeri per promuoverlo.

Ribadiamo che questo disegno di legge riguarda tutti, anche chi non fosse solito manifestare, dissentire, o non condivide i mezzi di protesta. Il ddl 1660 riguarda il diritto fondamentale di poter parlare oggi e la possibilità di poterlo fare un giorno.

Per chi fosse interessato, il documento originale del ddl 1660è reperibile al sito:

https://documenti.camera.it/leg19/pdl/xhtml/leg.19.pdl.camera.1660.19PDL0074180.html#P