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La nottola di Minerva

Il nuovo giornalino studentesco dell'Istituto Cremona~Zappa

BANGLADESH: LA RIVOLUZIONE DELLA GEN Z

Durante l’estate del 2024 c’è stata in Bangladesh una vera e propria rivoluzione studentesca, che in Occidente è passata inosservata per una complicità nota nei confronti del regime uscente.

In Bangladesh, a seguito dell’indipendenza ottenuta nel 1971 nella guerra civile col Pakistan, si sono create due grandi fazioni che si sono alternate al potere, con un mandato a testa e con una gestione spesso familistica delle cariche più alte: questi due partiti sono l’Awami League (Lega popolare Bengalese) e il Bnp (Bangladesh National Party). A partire dal 2009, con l’ascesa al potere dell’Awami League, nel paese è stata realizzata una svolta autoritaria: il nuovo governo ha approvato norme miranti ad accentrare il potere e a garantire la prosecuzione del mandato della premier uscente Sheikh Hasina, la quale ha dato vita a un regime oppressivo nei confronti di studenti non affiliati all’Awami League e degli oppositori. Una norma mai modificata dal 1971 era quella che fissava le quote di persone che hanno diritto a un lavoro nel pubblico impiego: in base a tale legge, il 56% dei posti di lavoro nella pubblica amministrazione veniva assegnato sulla base di requisiti slegati dal merito; più precisamente, il 30% dei posti era riservato ai discendenti di chi ha lottato per l’indipendenza, il 10% alle donne, unaltro 10% alle persone appartenenti al distretto di riferimento dove si trova il lavoro, il 5% alle minoranze etniche e l’1% alle persone con disabilità. Ciò determinando uno svantaggio per le persone meritevoli ma prive di tali requisiti. Questa norma, che era stata istituita per non far entrare nell’amministrazione pubblica persone che avevano sostenuto il Pakistan, risulta ad oggi anacronistica e molto limitante per le possibilità dei lavoratori e degli studenti, che si trovano obbligati ad andarsene dal paese in cerca di posti di lavoro. Già nel 2018 era scoppiata una rivolta, che non aveva portato a risultati concreti. Nel luglio del 2024, di fronte all'indifferenza della Corte suprema, la rivolta però ha ripreso fiato e preso sempre più piede e il governo si è trovato costretto a reprimerla, dal momento che la sua forza arrivava principalmente dall’India, antagonista del Pakistan, e dai nazionalisti puristi, contrari alla presenza di discendenti di sostenitori del Pakistan nell’amministrazione pubblica.

Negli anni precedenti, Il governo aveva subito una sterzata in senso autoritario, aveva quindi rafforzato gli ordini paramilitari nazionalisti, oltre alla polizia ordinaria, in caso ci fosse stata una rivolta oppure un’invasione del Pakistan: non a caso, la milizia più grande era diventata quella del BGB(Border Guard Bangladesh), un organo paramilitare col compito di sorvegliare i confini ma che all'inizio della rivolte era già nella parte interna del paese. Queste sono entrate subito in azione, reprimendo con la forza la rivolta che andava sempre più crescendo. A sostenere queste violenze, che hanno portato vicino a una guerra civile, c’è stato il gruppo studentesco affiliato alla Awami League, che si è fatto protagonista di molte violenze con oggetti contundenti e armi da taglio. Ad agosto, questi continui scontri hanno portato alla rimozione di Internet e di tutti i social media dal Bangladesh, oltre che al completo blackout; ciononostante, la rivolta non si è fermata, tanto che il 5 agosto, dopo aver rifiutato il dialogo con la premier, i rivoltosi l’hanno costretta alla fuga in India, dove risiede ancora adesso. Quest’ultima avrebbe voluto scatenare il suo esercito di fedelissimi, ma è stata scoraggiata da familiari e leader militari che per il timore della guerra civile hanno fatto in modo che non agisse. Prima della fuga era stato organizzato uno sciopero collettivo e parte degli abitanti avevano rifiutato ogni collaborazione non pagando tasse e imposte dello stato per una settimana. A seguito della rivolta, durante la quale avevano avuto luogo anche atti di vandalismo, c’è stata la pronta risposta del partito di opposizione, il Bnp, che ha formato una fazione di governo che ha già cambiato le leggi sulle quote e che entro 90 giorni mira a introdurre cambiamenti sostanziali sulla Costituzione. C’è inoltreun’accusa pendente di crimini contro l’umanità a danni dell'ex premier per la iolenza usata verso la folla.

Quella bangladese è stata una rivolta interamente studentesca e in quanto tale è stata rivendicata dalla generazione Z, che le ha dato visibilità attraverso i social, una visibilità che non avrebbe altrimenti avuto, perché a supporto del regime uscente ci sono gli Stati Uniti d’America, che per mantenere l’alleanza con l’India sono stati disposti a chiudere un occhio a livello mediatico sulle oltre 600 morti di studenti, tra cui 32 bambini confermati, ben 20.000 feriti e 11.000 arrestati per aver manifestato. Inoltre, parte dei furgoni utilizzati per andare a reprimere le rivolte erano appartenevano alle Nazioni Unite. Gli Usa si sono schierati a favore del regime perché, dal loro punto di vista, l’alleanza con Bangladesh e India permette loro di contenere la crescita della Cina in quella parte dell'Asia in cui non avrebbero altrimenti nessuna influenza.

Il governo attuale del Bangladesh deve trovarsi faccia a faccia con molti problemi lasciati dall’amministrazione precedente, si dichiara però pronto ad affrontare le sfide incombenti con democraticità.

Sitografia

foreignpolicy.com - wikipedia.org - aljazeera.com - dpp.gov.bd

Autore: Lorenzo Righini 4I